Cenni di anatomia. Ci sono svariate ragioni per le quali una persona può sviluppare dolore alla spalla, che può durare pochi giorni o diversi anni e presentare gradi di severità differenti.
L’articolazione della spalla è formata dalla testa dell’omero, dalla clavicola e dalla cavità glenoidea della scapola, dove l’omero s’inserisce e si muove. La spalla è formata da più di una articolazione: la gleno-omerale (tra omero e scapola) la acromion-claveare (tra clavicola e scapola), la sterno-clavicolare e la scapolo-toracica. L’equilibrio meccanico tra queste articolazioni è fondamentale per il buon funzionamento di ognuna. Tali articolazioni, racchiuse da capsule fibrose, sono stabilizzate da un apparato legamentoso e muscolare assai complesso – chiamato cuffia dei rotatori – che garantisce alla spalla un ampio raggio di movimento nello spazio ed una potente e sicura leva articolare. La cuffia dei rotatori – costituita da quattro muscoli (sovra spinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo) – viene considerata il principale elemento attivo di stabilizzazione e contenimento dello omero rispetto alla glena della scapola.
Il dolore alla spalla. Il dolore alla spalla è spesso causato da posture scorrette o da sollecitazioni anomale o eccessive in caso di attività sportiva. Tale problematica può avere origine da un’infiammazione all’articolazione o da un danno ai tendini, ai muscoli o ai legamenti. In particolare, borsiti o tendiniti della cuffia dei rotatori sono diagnosi molto comuni. Molte condizioni come artriti o osteoporosi possono aumentare la suscettibilità al dolore. Esso può essere riferito, però, anche a disturbi delle ossa o infezioni nell’area sintomatica. Raramente, inoltre, il dolore alla spalla può essere causato da un tumore. In moltissimi casi il dolore alla spalla non è associato a nessun trauma o sovraccarico da sport e per questo, dopo aver eliminato le cause mediche più importanti l’osteopata dovrà individuarne la causa meccanica. Spesso una restrizione fasciale o viscerale (per esempio la restrizione di un legamento presente nell’addome e collegato con un viscere) può concorrere allo sviluppo di una riduzione di mobilità anche lontana dalla disfunzione. In questi casi il dolore può essere presente anche in assenza di movimento e anche di notte.
Il trattamento osteopatico. I problemi alla spalla costituiscono un motivo di consultazione piuttosto frequente in uno studio osteopatico. Per prima cosa l’osteopata analizza la spalla controllando la mobilità delle singoli articolazioni, lo stato di contrattura dei muscoli, l’elasticità delle fasce e lo scorrimento dei tendini. In caso di problemi dinamici a livello locale, interviene con tecniche dirette o indirette per ristabilire la mobilità fisiologica dell’articolazione. Tuttavia, l’osteopatia considera il paziente nella sua totalità e, pertanto, ricerca il problema non solo a livello locale ma anche in altre strutture che possono contribuire all’insorgere e al mantenimento del dolore alla spalla.
Le disfunzioni della colonna cervicale hanno ripercussioni piuttosto dirette sulla spalla, in particolar modo attraverso la fascia cervicale media che contrae rapporti intimi con il cingolo scapolare. In questo caso l’osteopata interviene sul tratto cervicale, sia a livello vertebrale che muscolo fasciale.
Nella cavità orale il pavimento buccale, la lingua e la zona ioidea sono connessi direttamente alla scapola attraverso l’intermediazione del muscolo omoioideo. Per questo motivo, le disfunzioni osteopatiche di queste strutture creano limitazioni alla libertà articolare dell’articolazione scapolo omerale. Il trattamento osteopatico, in questo caso, avviene attraverso tecniche dirette e fasciali.
Le disfunzioni osteopatiche del diaframma possono dare origine a dolori profondi alla spalla attraverso l’intermediazione del nervo frenico. Grazie alle sue tecniche l’osteopatia si rivela in grado di risolvere i problemi del diaframma, degli organi sotto-diaframmatici e del mediastino.
Anche il bacino, attraverso il muscolo grande dorsale, può creare problemi di mobilità all’omero, portandolo fuori asse rispetto alla glena omerale. In questo caso, l’osteopata lavora per riequilibrare il bacino.
Frequentemente le disfunzioni cranio-sacrali hanno ripercussioni al livello della spalla. In questo caso è necessario riequilibrare il sistema cranio sacrale che, benché basato su una mobilità minima, condiziona la dinamica delle grandi articolazioni.
Di particolare importanza è, infine la valutazione di tutto il sistema viscerale e fasciale del torace, addome e pelvi.
La Periartrite scapolo omerale. La periartrite scapolo omerale è una malattia infiammatoria che coinvolge i tessuti di natura fibrosa che circondano l’articolazione della spalla, come tendini, borse sierose e tessuto connettivo. Questo termine è ormai in disuso nella terminologia medica perché troppo generico e viene sostituito dalle singole e specifiche disfunzioni dell’articolazioone. Spesso, causata da traumi che generano blocchi improvvisi con infiammazione acuta e gonfiore, questa patologia si presenta in modo graduale ed insidioso, prima con dolori leggeri e poi con sintomi sempre più evidenti. Può manifestarsi anche dopo un’infezione da streptococchi alla gola (tonsillite) o dopo un’infezione ai denti e, in genere, ha un’origine multifattoriale.
Il dolore secondario a periartrite è spesso ad insorgenza notturna, accompagnato da difficoltà a compiere movimenti anche banali. Generalmente riferito a tutta la spalla, può irradiarsi fino al livello della V deltoidea, in direzione del torace o ‘salire’ in direzione del collo ( o del muscolo trapezio). Il dolore raggiunge il suo picco massimo al quarto mese.
L’osteopata non si limita ad analizzare la biomeccanica distrettuale del complesso scapolo-omerale, bensì considera il paziente nella sua globalità dal punto di vista strutturale, viscerale e cranio-sacrale. La periartrite scapolo-omerale, infatti, può essere l’espressione di uno squilibrio tra i vari muscoli che costituiscono il cingolo scapolare. Le manipolazioni osteopatiche (dirette e/o indirette), accompagnate da esercizi specifici finalizzati a mantenere mobili le articolazioni, consentono di riguadagnare il totale range di movimento dell’articolazione. Il loro effetto, nello specifico, è quello di dare la più ampia libertà di movimento sia locale che generale, dando in questo modo la possiblità all’organismo di ripristinare i delicati equilibri bio-meccanici che garantiscono la libertà di movimento.
Nel caso di periartrite scapolo omerale, la capsula articolare si presenta ispessita e ritratta, Tale ispessimento può dare origine ad aderenze fibrose che, a loro volta, possono portare al blocco quasi totale dell’articolazione. Tale patologia della spalla, caratterizzata da dolore e rigidità articolare, è denominata capsulite adesiva (in inglese “frozen shoulder”, letteralmente “spalla congelata” in italiano). Si tratta di un’affezione degenerativo infiammatoria, che l’osteopata tratta ponendo l’attenzione sui suoi focolai disfunzionali, generalmente localizzati lontano dalla spalla, al livello di fasce cervicali, complesso ioideo, diaframma e visceri, bacino e zona pelvica, coste e gabbia toracica, cingolo scapolare (clavicola e scapola), sistema cranio sacrale. Una volta trattati i punti critici periferici, l’osteopata attende che la capsula si ammorbidisca per trattare i muscoli periarticolari, cioè il complesso della cuffia dei rotatori. Bisogna necessariamente dare il tempo fisico alla capsula di rilasciarsi e di riacquisire elasticità. I tempi biologici dell’organismo, infatti, non possono essere abbreviati. Ciò nonostante, l’approccio osteopatico è tra i più rapidi ed efficaci nel trattamento di questa disfunzione.
Presso lo studio Fisiopoint ogni paziente è seguito dall’osteopata, dal fisioterapista specializzato nella rieducazione postulare globale e dal medico specialista. Soltanto con un trattamento interdisciplinare si può trattare bene la causa e il sintomo, migliorando così il disturbo della mobilità la postura.