Il cammino rappresenta per il bambino e per i suoi genitori una delle tappe più importanti nello sviluppo, poiché finalmente vi è il raggiungimento dell’indipendenza non solo nel movimento, ma anche nel raggiungimento e nell’utilizzo di giochi e oggetti. Quando cammina il bambino può avere finalmente le mani libere!
Il raggiungimento di questa importantissima tappa, tuttavia, non è affatto semplice, poiché richiede tantissimi requisiti: forza, equilibrio, abilità visive, competenze cognitive e l’integrazione dei singoli movimenti del cammino per poter raggiungere un movimento indipendente. Lo sviluppo del cammino è complesso, tanto che il cammino cosiddetto “maturo” viene raggiunto solo ai 7 anni di età, momento in cui il bambino avrà un pattern del cammino simile a quello dell’adulto.
Tra i fattori più importanti per lo sviluppo del cammino c’è la motivazione: camminare è faticoso, perciò la ricompensa che il bambino riceve deve essere adeguata allo sforzo (alzandosi in piedi riesce a raggiungere oggetti che si trovano in alto, camminando riesce ad arrivare dove vuole più velocemente…). È perciò importante che gli spazi dove il bambino vive e gioca siano ricchi di stimoli per permettere al bambino di essere invogliato a muoversi il più possibile.
Cosa si può fare per aiutare il bambino a camminare?
L’inizio del cammino è un’esperienza meravigliosa per i genitori, che sono tanto orgogliosi quando il loro bambino inizia a camminare presto quanto ansiosi se questa tappa tarda ad arrivare.
Innanzitutto è importante ricordare che lo sviluppo del cammino ha una tempistica variabile tra i 9 ed i 18 mesi circa: se ad un anno ancora non ha iniziato a camminare, niente panico!
In presenza di abilità cognitive adeguate, è il bambino a decidere quando è il momento giusto per iniziare a sviluppare questa abilità, ma possiamo aiutare il bambino a sentirsi più stabile per permettergli di muoversi indipendentemente, per esempio utilizzando oggetti stabili che gli permettano di camminare spingendoli (come una sedia o uno scatolone con dei giocattoli dentro). Possiamo anche cercare di stimolarlo disponendo lontano da lui i suoi giochi preferiti, cosi da invogliarlo a muoversi. Spesso la motivazione più grande di tutte è quella di raggiungere mamma e papà per giocare!
In ambienti domestici molto piccoli, in cui il bambino non ha particolare necessità di spostarsi alzandosi in piedi, ma in cui magari riesce a spostarsi sul sedere, il raggiungimento del cammino potrebbe essere più tardivo.
È importante anche evitare di forzare il bambino in questa tappa prima che sia pronto, perciò sarà meglio evitare soluzioni come il girello che non permettono il movimento pieno ed armonico che il bambino necessita.
E se dopo i 18 mesi ancora non cammina?
È importante non farsi prendere dal panico se il bambino tarda a camminare, ma se dopo i 18 mesi il cammino non si è ancora sviluppato, se i movimenti del bambino sembrano rigidi o se ci sembra di notare una mancanza di forza nei movimenti, è importante eseguire una visita dal pediatra ed eventualmente una valutazione neuropsicomotoria per permettere l’acquisizione di questa abilità al meglio.