Disprassia

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Disprassia

Disprassia 1200 800 Fisiolistica 2000

I consigli della nostra Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’ Età Evolutiva

“Non riesce a fare nulla”; “è sempre goffo/impacciato quando fa qualcosa”; “fa cadere tutto, fa sempre pasticci, non si impegna”.

È veramente la mancanza di impegno il problema, o c’è qualcosa in più? Se un bambino manifesta difficoltà nel compiere azioni quotidiane considerate “semplici” in relazione all’età, probabilmente non è per mancanza di impegno, ma per una difficoltà nella coordinazione del movimento.

La disprassia, una forma di DCD (disturbo della coordinazione dello sviluppo) è un disturbo con effetti sulla coordinazione fine e/o grosso motoria, in bambini e adulti. Mentre la DCD è solitamente utilizzato come termine ombrello per parlare delle difficoltà nella coordinazione motoria, la disprassia si riferisce a quelle persone che hanno ulteriori problemi nella pianificazione, nell’organizzazione e nell’esecuzione dei movimenti nell’ordine giusto nelle situazioni quotidiane.

La disprassia può inoltre interessare l’articolazione e il linguaggio, la percezione e i pensieri. La disprassia può essere primaria o correlata con altre condizioni (ADHD, Dislessia, Disturbi del linguaggio). (Dyspraxia foundation 2013).

Gli anni della pandemia hanno sicuramente inciso negativamente sugli ambiti dello sviluppo dei bambini in età scolare e prescolare, quindi ogni caso va valutato attentamente. Nei bambini con disprassia si nota una discrepanza tra le loro competenze effettive e quelle che dovrebbero essere acquisite in base all’età.

In età prescolare un bambino disprassico potrebbe mostrare difficoltà nei tempi delle acquisizioni delle tappe di sviluppo, a salire e scendere le scale, la tendenza a inciampare spesso, la difficoltà nell’apprendimento di nuove abilità, la scarsa capacità di giocare con i coetanei in giochi adeguati all’età e difficoltà nelle aree della motricità fine e grossolana.

In età scolare la disprassia può influire sulla qualità dei compiti scolastici (in cui il bambino avrà difficoltà a scrivere a mano o copiare dalla lavagna). Questi bambini inoltre possono avere difficoltà ad apprendere e/o svolgere azioni quotidiane che dovrebbero risultare loro semplici (vestirsi, lavarsi i denti, fare sport, allacciare le scarpe). Le difficoltà date dalla disprassia possono portare a stati d’ansia e ad una bassa autostima per il bambino, che risulterà sempre più consapevole delle sue difficoltà.

 

Cosa può fare la neuro e psicomotricità?

La neuro psicomotricità avviata per tempo è importante per poter valutare i punti di forza e di criticità del bambino e poter così lavorare sull’acquisizione delle abilità di vita quotidiana, sulla coordinazione oculo manuale e visuo-motoria, sull’integrazione e sulla percezione dello schema corporeo e sulla grafomotricità, così come sulle funzioni esecutive, con un lavoro che coinvolga la famiglia e la scuola per permettere al bambino di raggiungere gli obiettivi previsti.