La cicatrice è un tessuto fibroso che si forma riparando una lesione sulla pelle. Si tratta di un segno lasciato sulla cute dalla guarigione di una ferita o da un’incisione chirurgica oppure un qualsiasi tipo di trauma in cui un tessuto funzionale normale è ricostituito da un tessuto connettivo. I cheloidi sono accumulazioni eccessive di tessuto cicatrizzato e si presentano come noduli sollevati e rossicci, più grandi rispetto alle cicatrici.
Quando avviene una ferita sulla pelle, sia le cellule della pelle che le cellule del tessuto connettivo (fibroblasti) si moltiplicano per riparare il danno. Una cicatrice è costituita da “tessuto connettivo”, fibre cartilaginose depositate nella pelle dai fibroblasti per mantenere la ferita chiusa. In presenza di cheloidi, i fibroblasti continuano a moltiplicarsi anche quando la ferita si è ormai rimarginata.
Quando l’integrità della pelle è alterata e la sua guarigione è ostacolata, essa diventa sorgente di sintomi che non sono semplicemente superficiali e a livello cutaneo. Per questo, l’osteopatia – che ritiene le cicatrici importantissime nella comparsa di diverse problematiche viscerali, posturali e somatiche – può fare molto a livello delle cicatrici. È importante ricordare che non sempre le cicatrici sono determinanti per l’istaurarsi di una disfunzione strutturale.
Il tessuto fibroso che costituisce la cicatrice è anelastico e rigido e, pertanto, crea facilmente nodi e blocchi sui piani fasciali e muscolari, danneggiando la naturale elasticità e flessibilità dei tessuti e dando vita a trazioni sulla fascia superficiale, talvolta dolorose. In questo modo si vengono a creare delle aderenze, ossia fasci di tessuto fibroso tra tessuti, organi e articolazioni. Le cicatrici comprimono le strutture in modo asimmetrico, creando sovraccarichi e squilibri. L’equilibrio postulare dell’individuo, come risultato, viene alterato. Le parti del corpo che subiscono maggiormente le conseguenze negative dovute alle cicatrici sono addome, spalle, articolazioni.
L’osteopatia procede con un trattamento di tipo fasciale, allungando le cicatrici trasversalmente, longitudinalmente e combattendo in questo modo le aderenze. Di fronte ad una cicatrice di dimensione importante, l’osteopata valuta inizialmente la postura del soggetto e, successivamente, effettua semplici test per verificare la mobilità viscerale ed articolare. Infine, adotta tecniche di allungamento del tessuto connettivo a livello della fascia superficiale al fine di combattere la rigidità e risolvere il problema di squilibrio. L’osteopata può trattare la cicatrice anche al fine di prevenire l’insorgere delle complicanze sopracitate.
– Fisiopoint –