Che cosa è l’Osteopatia? L’Osteopatia – riconosciuta dal 2002 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – è una medicina non convenzionale basata sul contatto primario manuale nella fase di diagnosi e trattamento.
Il report 2012 della Osteopathic International Alliance la definisce come un sistema di cura che – attraverso la valutazione, la diagnosi e il trattamento – può essere applicato ad una vasta varietà di condizioni cliniche, entrando a pieno titolo nel concetto di cura della salute supportato da conoscenze scientifiche.
Si tratta di una tecnica complementare alla medicina classica e molto differente negli strumenti diagnostici e terapeutici. Si basa anch’essa sulle materie mediche di base (anatomia, fisiologia etc.) ma – a differenza della medicina classica – non prevede l’uso di farmaci o di chirurgia.
Significato e brevi cenni storici – Il termine Osteopatia deriva etimologicamente da “Osteon -osso” e “Pathos-sofferenza”. Fu coniato in America alla fine del XIX secolo (1874) dal suo fondatore, il chirurgo americano Dr Andrew Taylor Still, che per primo ipotizzò le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute.
L’osteopatia fu ufficialmente riconosciuta negli Stati Uniti durante la presidenza di Theodore Roosevelt, testimone diretto della valenza curativa dei trattamenti osteopatici. Ad oggi, l’osteopatia è ufficialmente riconosciutain altri numerosi paesi comeCanada, Australia, Francia, Inghilterra, Belgio, Finlandia e Svizzera mentre in altri – Italia inclusa – è in fase di regolamentazione (nonostante la diffusione qui sia iniziata negli anni ’70). Ad oggi, nel nostro Paese, ci sono circa 6mila osteopati, di cui circa 2.500 iscritti al ROI. (http://www.registro-osteopati-italia.com/it/osteopatia)
Quali sono i principi dell’Osteopatia? L’Osteopatia si avvale di alcuni principi cardine:
– L’essere umano è un’unità dinamica di funzioni il cui stato di salute è determinato dall’armonia tra corpo, mente e spirito: l’osteopatia adotta una metodologia olistica, secondo cui ogni parte della persona – psiche inclusa – è dipendente dalle altre ed il corretto funzionamento di ogni parte assicura quello dell’intera struttura e – dunque – il benessere. L’individuo è visto nella sua globalità come un sistema composto da muscoli, strutture scheletriche ed organi interni, che trovano il loro collegamento nei centri nervosi della colonna vertebrale.
– Il corpo possiede dei meccanismi di autoregolazione e autoguarigione: il ruolo dell’osteopata non è quello di guarire in prima persona, bensì quello dieliminare gli “ostacoli” alle vie di comunicazione del corpo e ristabilire così l’armonia sfruttando l’intrinseca capacità di autoregolazione e autoguarigione.
– La struttura e la funzione sono reciprocamente inter-correlate: la perfezione di ogni funzione è legata alla perfezione della struttura portante. Ogni singola parte del corpo è in grado di interagire con l’insieme attraverso il movimento, indicatore della qualità della vita e dello stato di salute (secondo l’assunto di base per cui laddove la mobilità risulti corretta è più difficile che si sviluppi la patologia). In caso di alterazione di tale equilibrio e – quindi – di perdita della corretta mobilità, l’organismo reagisce mettendo in atto compensi e adattamenti corporei non benefici.
– La legge dell’arteria è suprema: il sangue è il mezzo di trasporto di tutti gli elementi che permettono e assicurano il mantenimento dell’omeostasi cellulare e – dunque – dello stato di salute. Pertanto, ogni perturbazione del flusso sanguigno arterioso predispone il terreno all’instaurarsi della malattia.
Quali sono i tipi di approccio Osteopatico? L’Osteopatia si occupa principalmente dei problemi strutturali e meccanici di tipo muscolo-scheletrico, ai quali possono associarsi alterazioni funzionali degli organi e visceri e del sistema cranio sacrale. Parimenti, un problema funzionale organico-viscerale può provocare dei dolori di tipo muscolo-scheletrico.
L’osteopata mette in atto un insieme di procedure manuali con lo scopo di ripristinare in tutti i distretti del corpo la corretta mobilità delle e tra le strutture, condizione fondamentale per una fisiologica vascolarizzazione e innervazione dei tessuti.
Gli approcci si dividono comunemente in:
– Approccio strutturale: Applicazioni di particolari manovre di rilasciamento delle articolazioni e dei muscoli. Ha effetti meccanici e – soprattutto – biochimici, in quanto stimola il corretto scambio di fluidi all’interno delle strutture.
– Approccio fasciale: Tecniche indirizzate al muscolo o alla fascia, che impiegano un continuo feedback palpatorio per ottenere un rilasciamento dei tessuti miofasciali. Agiscono sulla fascia e la relazione fra disturbi muscolo-scheletrici, dolori, tensioni e stato globale della fascia.
– Approccio viscerale: Tecniche che ristabiliscono la mobilità e la motilità (espressione della vitalità cellulare) di un organo. Consentono di stimolare l’organo verso una corretta funzione digestiva, di assorbimento o di espulsione, in ambito meccanico e biochimico.
– Approccio craniale: Tecniche che agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio, a livello osseo, nervoso, meningeo e del liquor cefalorachidiano. Agiscono – in particolare – sulla vitalità dell’organismo, qualità fondamentale che permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo.
Come agisce l’Osteopata? L’Osteopatia utilizza un approccio causale e non sintomatico (giacché spesso la causa di un dolore si trova lontano dalla zona dolorante). Il compito dell’Osteopata è di ricercare le zone del corpo che presentano delle “disfunzioni somatiche”, ossia riduzione del movimento e modificazione dei tessuti. La parte fondamentale di questo metodo è – dunque – la diagnosi, composta di una prima anamnesi (storia clinica del paziente) e da un attento esame obiettivo realizzato attraverso test specifici. E’ consigliabile – qualora siano già stati fatti dal paziente – portare con sé al primo incontro raggi X, ecografia, TAC, risonanza magnetica per rilevare eventuali controindicazioni al trattamento osteopatico.
Individuate le zone con “disfunzioni somatiche”, l’Osteopata applica varie tecniche manipolative di tipo strutturale, muscolare, funzionale, fasciale, viscerale e cranio-sacrale. Le mani dell’Osteopata percepiscono le piccole variazioni dei tessuti, cogliendo dati importanti sulla temperatura corporea locale (indice di infiammazione) e sulla loro consistenza. L’Osteopata non tocca necessariamente le parti dolenti del paziente, ma quelle che sono causa del dolore. Le tecniche adottate – siano esse strutturali, craniali o viscerali – non sono dolorose o invasive.
Su quali disturbi interviene l’Osteopatia? L’Osteopatia interviene su persone di tutte le età, dal neonato all’anziano passando per la donna in gravidanza. Si rivela particolarmente efficace in diversi disturbi comuni nella vita di un individuo, come (in ordine alfabetico): acufeni, algie agli arti inferiori e superiori, algie costali e vertebrali, alterazioni dell’equilibrio, artrosi, borsiti, cefalee, cervicalgie, coliche (anche neonatali), coliti, coxalgie, deficit di forza, depressione, discopatie, dismenorree, disturbi di apprendimento / comportamento / deglutizione / lacrimazione / salivazione / suzione neonatale, disturbi digestivi / ginecologici / respiratori, dolori articolari e muscolari da traumi, dolori frenici, emicranie, epicondiliti, ernie iatali, incontinenze urinarie e fecali, lombalgie, nausee, nevralgie, odinofagie, otiti ricorrenti (anche neonatali), periartriti scapolo-omerali, pubalgie, problemi di fertilità femminile, reflussi, sciatalgie, scoliosi, sinusiti ricorrenti, strabismo, stress, stipsi, tendiniti, tunnel carpale, urgenze minzionali.
-FisioPoint-