Questa particolare tecnica fu scoperta nel 1899 dall’osteopata americano William Garner Sutherland, quando cominciò a
studiare le ossa del cranio e a osservare le superfici articolari che lo compongono. Ebbe così un’illuminazione, supponendo e poi dimostrando l’esistenza di una mobilità articolare dovuta alla presenza del “Meccanismo Respiratorio Primario”.
Il M.R.P. è un evento metabolico (aiuta gli scambi di gas tra cellule e tessuti), è sincrono , con un ritmo di 8- 12 cicli al minuto, e si manifesta in tutti i livelli cellulari: E’ fondamentale per la vita.
Questo esiste grazie alla presenza di cinque aspetti:
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Motilità inerente al cervello e al midollo: Oltre al movimento cardiaco e respiratorio, esiste anche un movimento legato al sistema nervoso. Vi sono una pulsazione ritmica del tessuto cerebrale e un particolare movimento di apertura e chiusura della corteccia cerebrale simile a quello della formazione dell’embrione. Sutherland osservò inoltre che questo movimento era presente nel corpo fino a venti minuti dopo la morte.
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Fluttuazione del liquido cefalo-rachidiano: Il liquor è un fluido che scorre sotto l’aracnoide e che bagna l’intero sistema nervoso, dalla corteccia al midollo spinale. Questo è prodotto in alcuni spazi specifici e riassorbito a livello cerebrale; crea un’onda di ampliamento e costrizione alla quale le ossa del cranio dovranno adattarsi con una certa plasticità.
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Mobilità delle membrane a tensione reciproca: La dura madre compone quattro setti membranosi, questi sono la falce cerebrale, il tentorio, la falce del cervelletto e il diaframma della sella. Questi hanno la funzione di assorbimento e supporto in caso di sollecitazioni meccaniche. Sono fondamentali come guida e limite nel movimento delle ossa del cranio.
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Mobilità delle ossa del cranio: Le ossa del cranio non crescono insieme e non si uniscono ma sviluppano bordi che ne permettono leggerissimi movimenti. Le superfici articolari esistono per il movimento; se questo non ci fosse, si svilupperebbe un’anchilosi (calcificazione delle articolazioni).
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Mobilità del sacro tra le iliache: Si tratta di una mobilità involontaria, diversa da movimento posturale del sacro di origine meccanica. Questo è dovuto al prolungamento fisico dell’influenza del M.R.P. per intermediazione della dura madre e della sua tensione.
Questa metodica consiste di leggere manipolazioni del cranio e del sacro sulla base di approfondite conoscenze della neuroanatomia e della biomeccanica cranio-sacrale. L’osteopata, attraverso specifiche tecniche, sente il movimento ritmico presente all’interno di tutti i tessuti e lo riequilibra in modo che risulti ampio, simmetrico e costante. Tutte le ossa del cranio (26) e il sacro devono esprimere un movimento sinergico di accompagnamento alla respirazione cranica e al movimento cerebrale: il compito dell’Osteopata è di liberare tutte le articolazioni in modo che tale movimento si manifesti in maniera fisiologica.
Questa metodica consiste di leggere manipolazioni del cranio e del sacro sulla base di approfondite conoscenze della neuroanatomia e della biomeccanica cranio-sacrale. L’osteopata, attraverso specifiche tecniche, sente il movimento ritmico presente all’interno di tutti i tessuti e lo riequilibra in modo che risulti ampio, simmetrico e costante. Tutte le ossa del cranio (26) e il sacro devono esprimere un movimento sinergico di accompagnamento alla respirazione cranica e al movimento cerebrale: il compito dell’Osteopata è di liberare tutte le articolazioni in modo che tale movimento si manifesti in maniera fisiologica.
Attraverso la terapia cranio-sacrale si hanno effetti sia a livello strutturale sia emozionale. Questo metodo è adatto a tutte le età,dai neonati agli anziani, per trattare vari disturbi :
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Respiratori
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Ormonali
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Articolari
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Uro-Ginecologici
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Cardiaci e vascolari
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Digestivi
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Visivi e dell’orecchio medio
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Posturali
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Vertigini
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Emicrania
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Dolori cronici
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Disordini del sistema nervoso Centrale
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Affaticamento cronico
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Disfunzioni post-operatorie, post-trauma e post-gravidanza
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Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare
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Disturbi del sonno, iperattività del bambino, autismo